In ambito medico il disturbo è noto come ambliopia, ma molti lo conoscono come “occhio pigro”. In questo articolo spiegheremo di cosa si tratta e daremo alcuni consigli su come curarlo, in modo da prevenire anche altre possibili complicazioni alla vista.
Cos’è l’Occhio Pigro e Come Trattarlo
Cause dell’occhio pigro
L’ambliopia è una condizione che comporta uno spostamento o disallineamento dell’asse visivo in un occhio. In pratica, il cervello non riesce a interpretare le immagini ricevute da uno degli occhi, con il risultato che un occhio vede peggio dell’altro. Il problema risiede dunque nella ridotta capacità delle aree cognitive del cervello di elaborare quello che l’occhio sta trasmettendo. Con il tempo, l’occhio debilitato si abitua ad “essere ignorato” e può perdere la capacità di inviare le immagini al cervello. Da questo deriva l’idea di un occhio che a poco a poco diventa “pigro”.
Lo strabismo è una delle cause tipiche di occhio pigro. I cosiddetti “occhi incrociati” si verificano quando i muscoli non riescono ad allineare gli occhi in modo corretto. Così, il cervello riceve un’immagine diversa da ciascun occhio e, per evitare confusione, ne ignora una.
Gli errori di rifrazione, come miopia, ipermetropia, oppure astigmatismo, sono un’altra possibile causa di ambliopia. In tal caso si parla di occhio pigro anisometropico, ossia dovuto a un problema di messa a fuoco in uno dei due occhi. Anche in tal caso, il cervello mette a riposo l’occhio affetto dal disturbo e predilige l’immagine nitida trasmessa dall’occhio sano.
Altro motivo di ambliopia, meno comune, è la cataratta congenita, che causa una visione offuscata. In tal caso, conviene trattare questo tipo di occhio pigro dalle prime fasi, altrimenti può perdurare anche dopo aver rimosso la causa.
L’occhio pigro colpisce spesso i bambini. Nei primi anni di vita, il cervello impara ad elaborare in modo corretto i messaggi ricevuti dagli occhi; il processo richiede dai tre ai cinque anni prima di consentire uno sviluppo della visione paragonabile a quello di un adulto. Se un deficit colpisce uno degli occhi in questa fase delicata, il cervello si abitua a contare solo sull’occhio dominante per tutto quello che riguarda la visione.
Sintomi dell’occhio pigro
Essere affetti da occhio pigro significa quindi avere una qualità della visione diversa per ciascun occhio. L’intensità di questa differenza è variabile e dipende dalla gravità del disturbo.
Altri sintomi possono essere una bassa sensibilità al contrasto, al movimento, o alla distanza tra se stessi e gli oggetti.
Colpendo per lo più i bambini, può rivelarsi complicato capire se questi soffrono di ambliopia: a volte non ne sono consapevoli, altre volte non sono in grado di comunicarlo. A volte possono comunicarlo con un linguaggio non verbale, ad esempio tramite gesti o disegni. Per un genitore, l’occhio pigro più facile da riconoscere è quello dovuto allo strabismo. In tal caso, conviene sottoporre il bambino a una visita oculistica per trattare il disturbo al più presto.
Possibili conseguenze dell’occhio pigro
Se il cervello si abitua a ignorare le informazioni trasmesse dall’occhio per troppo tempo, il nostro organo visivo può perdere la capacità di visualizzare in modo corretto. Inoltre, i problemi dell’acuità visiva dell’occhio indebolito possono, nel tempo, colpire anche l’occhio sano. Sebbene a volte l’occhio pigro non impedisca di andare a scuola o lavorare, può comportare delle difficoltà dovute a una minore capacità di vedere. Si pensi alla lavagna a scuola, oppure allo schermo del computer in ufficio.
Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che l’ambliopia, se non viene trattata, può anche peggiorare e portare a cecità permanente. Per queste ragioni, non appena si riconoscono i sintomi dell’occhio pigro, è consigliato attivarsi per curarlo.
Cura dell’occhio pigro
Ora che abbiamo analizzato il disturbo, la domanda è: come curare l’occhio pigro? Prima di tutto, una volta riconosciuti i sintomi è bene intervenire subito, in modo da evitare complicazioni.
Negli adulti, il trattamento può portare effetti positivi se si è disposti a compiere gli sforzi necessari. Miglioramenti sostanziali sono possibili, anche se non allo stesso livello di quelli raggiungibili da bambini.
Per riattivare l’occhio pigro, è necessario forzarlo a “lavorare”: chiudendo l’occhio dominante, cioè, bisogna concentrarsi sulla visione nell’occhio debole, per riabituare questo a visualizzare le immagini in modo corretto. Per farlo, si utilizza la tecnica del bendaggio dell’occhio sano tramite un cerotto con bordo aderente o una vera e propria benda. Prima di adottare questo metodo, raccomandiamo però di consultare un medico oculista che dia delle istruzioni precise sulle tempistiche e le attività utili per esercitare l’occhio.
L’esercizio dell’occhio pigro tramite bendaggio può durare mesi, se non addirittura anni. Se il soggetto che ne soffre è un bambino e questo dimostra la volontà di rimuovere la benda, i genitori dovrebbero convincerlo a tenerla: la sua rimozione può infatti causare un danno permanente all’occhio.
Se l’occhio pigro è causato dai già citati errori di rifrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo), si può benissimo ricorrere all’utilizzo di dispositivi come occhiali o lenti a contatto.
In caso di strabismo, a volte la correzione dell’ambliopia non basta a risolvere il problema della vista ed è necessario un intervento chirurgico volto a rafforzare o indebolire i muscoli dell’occhio che causano il disallineamento. Un intervento chirurgico può aiutare anche chi soffre di cataratta; dopo l’operazione, ci si può affidare a una correzione della vista tramite occhiali o lenti a contatto.